
Firenze scoperta luoghi Fai e giardini
Uno degli eventi che preferisco di più in assoluto sono le Giornate Fai di Primavera a Firenze e provincia. Sia perchè danno il via ufficiale alla primavera, e questo come motivo già da solo basterebbe, sia perchè sono iniziative splendide che permettono di scoprire e riscoprire la bellezza di cui siamo circondati.
Anche quest’anno, come da 25 a questa parte, il primo weekend di Primavera si trasforma in una grande festa di piazza dedicata alla riscoperta dei beni culturali del nostro paese, mille luoghi aperti in tutta Italia, ma veniamo a noi, Firenze e dintorni.
1. Chiesa di S. Maria dell’Umiltà e antico Ospedale S. Giovanni di Dio
Sabato: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Domenica: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
L’ospedale di Santa Maria dell’ Umiltà sorse nel 1380 per volontà del mercante Simone di Piero Vespucci, in una zona in piena urbanizzazione. Nel 1587 il granduca Ferdinando I de’ Medici lo affidò all’ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, i cosiddetti “Fatebenefratelli”. Alla fine del XVII secolo risalgono la Chiesa e il monumentale scalone a forbice, con affreschi e sculture. La visita si compone di un percorso storico artistico – in un luogo chiuso dal 2000 – dedicato alla ricostruzione delle vicende dell’ospedale e alla scoperta delle sue settecentesche architetture e decorazioni, e di un percorso storico scientifico, sull’evoluzione della medicina e dei suoi risvolti religiosi e sociali. La visita offe l’opportunità per riflettere sul ruolo dell’ordine dei Fatebenefratelli o Frati della Sporta per la consuetudine di elemosinare denari e beni in natura per le strade della città, che dal 1587 subentrano nella direzione dell’ospedale.
Itinerario
Il borgo di Ognissanti: ordini religiosi, attività e opere d’arte a confronto sulle rive dell’Arno
2. Chiostro e Cenacolo di San Salvatore in Ognissanti
Sabato: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Domenica: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
All’ interno del complesso conventuale di Ognissanti, fondato alla metà del XIII secolo dall’ordine degli Umiliati, è celato il suggestivo cenacolo dipinto da Domenico del Ghirlandaio nel 1480. Posto sul fondo, il grande affresco dell’ “Ultima Cena” crea un potente gioco illusionistico, ampliando l’architettura della sala che si trasforma in una loggia aperta. L’artista, già attivo all’interno della chiesa e non nuovo a questo genere di committenze, conferma qui la sua felice vena descrittiva, mescolando brani di delicata realtà (la tovaglia, il cibo, gli oggetti) con un repertorio di simboli della Passione e della Resurrezione. Nel Cenacolo sono anche conservate le sinopie dell’affresco, il portale originale e due lavabi sempre quattrocenteschi. Vi si accede dal chiostro porticato, decorato da un ciclo di sedici lunette con le storie di San Francesco al quale lavorarono, nei primi anni del Seicento, Jacopo Ligozzi e Giovanni da San Giovanni.
Itinerario
Il borgo di Ognissanti: ordini religiosi, attività e opere d’arte a confronto sulle rive dell’Arno
3. Chiostro Grande e Cappella di S. Luca alla S. Annunziata
Sabato: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Domenica: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Eccezionale apertura di un luogo solitamente chiuso al grande pubblico, la Cappella di San Luca nella Basilica della Santissima Annunziata – voluta nel 1562 da il frate scultore Giovanni Angelo Montorsoli – è un ambiente monumentale dove furono sepolti alcuni tra i più illustri membri dell’Accademia del Disegno (il Pontormo, Sansovino, Cellini). L’occasione portò al rilancio della Compagnia di San Luca, una società trecentesca di pittori che nel 1563 fu rifondata come “Accademia delle Arti del Disegno” grazie all’impegno dei principali artisti della città (Vasari, Bronzino, Francesco da Sangallo, l’Ammannati) e la protezione di Cosimo I de’ Medici. La cappella, divenuta sede dell’Accademia, fu decorata con un complesso ciclo allegorico in cui tre dipinti (Allori, Vasari e Santi di Tito) si alternano a dodici sculture. Nell’ Ottocento, dalla chiesa soppressa di San Ruffillo, vi pervenne un pregevole affresco del Pontormo.
Itinerario
Tesori di arte e fede attorno alle “Accademie” fiorentine
4. Complesso Le Murate
Domenica: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Il complesso de Le Murate, nel cuore dello storico quartiere di S. Croce, delimitato da via dell’Agnolo, via Ghibellina e viale Giovine Italia, è oggi un polo di eccellenze culturali e produzione artistica e letteraria che attrae talenti creativi da tutta Italia. Ma la storia de Le Murate ha inizio nel ‘400 con la costruzione, finanziata da Giovanni De’ Benci di un monastero ad uso delle pie donne fiorentine che già vivevano rinchiuse (da qui il nome “murate”) in piccole casupole sull’attuale Ponte alle Grazie. Il convento crebbe nei secoli successivi fino al 1808 quando nell’ambito delle ordinanze contro la Chiesa ed il clero volute da Napoleone, venne chiuso. Nel 1845 i locali vennero ristrutturati, e le Murate ospitarono il nuovo carcere cittadino. Negli anni ’80 il carcere venne chiuso, i detenuti trasferiti a Sollicciano; l’intero complesso, ormai disabitato, divenne così oggetto di un ambizioso progetto di ristrutturazione e riqualificazione, guidato da Renzo Piano.
Itinerario
Monastero, Carcere, Centro Culturale. I tre volti delle Murate
5. Ex Ospedale di San Matteo – Accademia di Belle Arti
Sabato: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Domenica: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Gli ambienti dell’ Accademia di Belle Arti di Firenze testimoniano una storia antica – quella dello Spedale San Matteo, delle sue architetture di fine Trecento e delle sue pitture quattrocentesche – e una storia moderna – quella dell’istituto fondato nel 1784 dal Granduca Pietro Leopoldo come centro di istruzione artistica pubblico e gratuito, erede della Accademia delle Arti del Disegno. Degni di nota sono la biblioteca, con edizioni pregiate e stampe rare, e gli spazi nei quali sono disseminati gessi del Sette e dell’ Ottocento tratti da capolavori del passato. Una vera primizia è la cappellina che Ferdinando I de’ Medici e Cristina di Lorena avevano fatto erigere nel 1621 per la loro figlia Maria Maddalena nel Palazzo della Crocetta e trasporta nel Settecento all’ interno dell’ Accademia. Vengono eccezionalmente aperti ambienti destinati alla didattica e una selezione della collezione novecentesca di disegni con opere di Sironi, Morandi, Casorati, Marini etc..
Itinerario
Tesori di arte e fede attorno alle “Accademie” fiorentine
Attenzione: in caso di grande affluenza gli ingressi potrebbero essere sospesi prima dell’orario di chiusura indicato
Contributo suggerito a partire da: € 3,00
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Alla scoperta della Provincia con le Giornate Fai di Primavera
Figline Val d’Arno
Fondazione Giovanni Pratesi
Sabato: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Domenica: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Gli eleganti ambienti, consentono di ricostruire alcune tappe salienti per la storia della città legate alla famiglia Serristori, all’antico Spedale e alla sua Spezieria, ma anche di scoprire opere d’arte dalla collezione dell’ antiquario Giovanni Pratesi. La visita offre la possibilità di vedere un interessante affresco del Trecento e ascoltare l’avvincente racconto del suo ritrovamento, avvenuto abbattendo una muratura ottocentesca e aprendo così un cunicolo che ha dato alla luce l’inaspettata scoperta. Unica ed eccezionale è la raccolta di “pietre tagliate d’Arno”.
Itinerario
una città aperta dentro e fuori le mura
Villa e Fattoria Casagrande
Sabato: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Domenica: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Oggi di proprietà privata, Villa Casagrande apre le sue porte per consentire di ripercorrere momenti della storia della famiglia Serristori, che a Figline ha assunto per secoli un ruolo cardine nella vita economica, politica e sociale. Dal Trecento avevano accumulato ricchezze e ottenuto potere, per poi trasferirsi a Firenze, ma conservando attività nelle terre natali. Nell’armonioso portico e nel loggiato si susseguono iscrizioni e memorie dei Serristori e degli illustri ospiti che vi soggiornarono, al piano nobile si passa di stanza in stanza tra mobili, quadri e suppellettili originali accuratamente ambientati. Piantato all’inizio del Novecento è anche il meraviglioso giardino, disegnato da geometrie di siepi di bosso e cipressi, chiuso dalle mura e dall’alta massiccia torre. Una vera rarità sono le vasche monolitiche in pietra per la tintura della seta.
Itinerario
una città aperta dentro e fuori le mura
Museo d’Arte Sacra della Collegiata di Santa Maria
Sabato: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Domenica: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Da sotto il portico del vecchio granaio, adiacente alla Collegiata di Santa Maria, si accede al piccolo, ma ricco, Museo d’Arte Sacra. Giunti alla Sacrestia, dove si viene accolti da un San Giuseppe, scultura in terracotta invetriata attribuita a Luca “il giovane” o Girolamo Della Robbia, si passa a un’infilata di tre salette, con porte dagli eleganti stipiti cinquecenteschi in pietra serena. Vi sono esposte oreficerie e suppellettili di uso liturgico, paramenti sacri e antifonari con preziose miniature del Quattrocento, ma anche una rara serie di insegne processionali in legno intagliato. Tra i maggiori dipinti sono il Martirio di san Lorenzo del Cigoli (1590) e la sontuosa pala con Adorazione dei Magi e santi di Andrea di Giusto Manzini, commissionata nel 1436 da Bernardo Serristori, che attesta come il pittore avesse frequentato Masaccio e ne fosse rimasto influenzato, senza rinunciare alla profusione dell’oro e alla preziosità dei dettagli di gusto gotico internazionale.
Itinerario
Una città aperta dentro e fuori le mura
Ospedale Serristori e Spezieria nella Villa di San Cerbone
Sabato: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Domenica: 10:00 – 17:00 (ultimo ingresso 17:00)
Fondato nel 1399 per volontà di Ser Ristoro di Jacopo Serristori, lo Spedale della Santissima Annunziata si trovava nel centro di Figline (odierna piazza Ficino), finché nel 1890 fu traslocato nella quattrocentesca Villa di San Cerbone. Se, varcando la soglia, si notano subito le nobili architetture della villa, i capitelli e le porte intagliate, ed entrando nella chiesa si apprezza sull’altare l'”Annunciazione” del Cigoli (1580), sarà giungendo alla Spezieria che si potrà trovare un vero scrigno di piccoli gioielli. Nell’ Ottocento veniva qui trasferita anche l’antica farmacia, nata nella prima metà del Cinquecento: vasi di terracotta e di vetro, diversi per forme e decorazioni, conservano residui dei materiali e composti medicinali indicati nelle etichette ottocentesche e concorrono a creare la suggestione di un ambiente che si proponeva quale summa dell’antica sapienza medica. Vi si trova anche la “Madonna col Bambino” dal polittico che Giovanni di Tano Fei realizzò nel 1399.
Itinerario
una città aperta dentro e fuori le mura
Attenzione: in caso di grande affluenza gli ingressi potrebbero essere sospesi prima dell’orario di chiusura indicato
Contributo suggerito a partire da: € 3,00